L' esperimento è partito, anzi, partirà da Vicenza e vedrà la partecipazione dei dipendenti di un azienda nel capitale dell' azienda stessa.
Il piano prevede che ci sia un accordo tra datore di lavoro e dipendente dove una quota anche variabile nel tempo di retribuzione nella parte eccedente al minimo del contratto di lavoro legato all’orario medio possa essere accantonata e non liquidata immediatamente, alimentando un sistema di risparmio e di finanziamento.
Con questo sistema l’azienda sposta una parte del proprio debito salariale nel tempo, per emettere un titolo sottoscritto da un operatore finanziario che rende il lavoratore un “creditore indiretto” dell’impresa: il tutto a un tasso di rendimento superiore a quello che si può ottenere di solito sul mercato e garantendo la possibilità, per il lavoratore, di poter recuperare alle risorse accumulate in caso di bisogno.
La proposta è stata discussa nei giorni scorsi al ministero del Lavoro, che ha permesso di avviare, in tempi rapidi, un provvedimento adatto a trasformarla in realtà nazionale.